Voucher della Regione per abbattere le rette dei nidi per i genitori occupati
Voucher alle famiglie con genitori occupati per ridurre la retta dei nidi d’infanzia privati e aiutarli a conciliare i tempi di vita e di lavoro. Li mette a disposizione per il quinto anno consecutivo la Regione Emilia-Romagna, in attuazione della Legge regionale n. 17 del 2005, e le risorse messe a disposizione ammontano come negli anni precedenti a 3 milioni di euro.
Con la Delibera n. 67 del 27 gennaio 2014, infatti, la Giunta regionale ha aperto il bando rivolto ai Comuni, che potranno aderire all'iniziativa e così mettere a disposizione delle famiglie del proprio territorio i voucher. Per assegnare i voucher, i Comuni, una volta ottenuta dalla Regione l’approvazione delle loro candidature, pubblicheranno con un avviso pubblico i loro bandi per individuare le famiglie in possesso dei requisiti previsti e formare quindi le graduatorie degli aventi diritto per il prossimo anno educativo (2014/2015).
Per l’anno educativo in corso (2013/2014) le famiglie che ne usufruiscono in Emilia-Romagna sono 511.
Il progetto – cofinanziato dal Fondo sociale europeo – si pone come obiettivo quello di aiutare le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano (o quelle con un solo genitore che lavora) nel difficile equilibrio tra esigenze lavorative ed esigenze di cura dei figli più piccoli.
I posti nido cui accedere grazie a tali assegni, del valore massimo di 250 euro al mese, vengono individuati dai Comuni tramite avvisi pubblici, e appartengono a strutture private autorizzate, con caratteristiche rispondenti ai requisiti richiesti dalla normativa vigente. Si tratta di nidi, micronidi, sezioni primavera, nidi part-time, nidi aziendali e piccoli gruppi educativi, educatrici domiciliari. Le strutture devono garantire un tempo di frequenza minimo di sei ore giornaliere, i pasti e un minimo di apertura di 190 giorni all’anno.
Per avere diritto all’assegno le famiglie devono avere due requisiti: la dichiarazione Isee non deve superare i 35 mila euro, ed entrambi i genitori (o uno solo, in caso di famiglie monogenitoriali) devono essere occupati. Per occupati si intende essere lavoratori dipendenti, parasubordinati, autonomi od associati, al momento della domanda e per tutto il periodo in cui si beneficia dell’assegno. Per famiglie monogenitoriali si intendono quelle composte da un unico genitore in quanto: vedovo, nubile/celibe, separato legalmente, divorziato, ma anche separato di fatto perché il coniuge risiede altrove per qualsiasi motivo (emigrazione, detenzione, ecc).
L’assegno, che può essere utilizzato unicamente per l’accesso al servizio educativo privato autorizzato individuato dal Comune, è garantito per tutti gli anni di frequenza a condizione che si conservino i requisiti.
Per accedere ai posti, le famiglie devono farne richiesta, presentando la documentazione prevista dall’avviso pubblico che emanerà il Comune.