L'Emilia-Romagna guida un progetto per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti

L’assessora Conti: “Nessuno si salva da solo, e la giustizia deve avere il coraggio di credere nel cambiamento delle persone”

Via libera dalla Giunta regionale al progetto Una giustizia più inclusiva, dedicato all’inclusione socio-lavorativa dei detenuti, nell’ambito del Programma nazionale inclusione e lotta alla povertà 2021-2027. L’iniziativa, che prevede l’investimento di 4,5 milioni di euro di Fondi europei, coinvolge una rete di partner pubblici e privati di cui la Regione Emilia-Romagna è capofila.

Due le azioni previste: percorsi destinati a rafforzare lo sviluppo delle competenze e l’avvio al lavoro dei detenuti e sostegno per il reinserimento e l’accesso ai servizi delle persone in uscita dai luoghi di detenzione.

“La giustizia non può ridursi a un mero strumento di punizione ma deve avere il coraggio di credere nel cambiamento delle persone, commenta l’assessora regionale al Welfare, Isabella Conti. Un carcere che non prepara al ritorno in società è un carcere che fallisce due volte: con chi ha sbagliato e con la comunità che dovrebbe proteggere. Per questo investire sulla formazione e sul lavoro non è un gesto di clemenza ma di responsabilità collettiva, di civiltà. Consegnare a chi ha scontato la propria pena una possibilità reale significa costruire una società più sicura, più giusta, più capace di vedere oltre l’errore.”

“Nessuno si salva da solo, e questo vale anche per chi esce dal carcere, aggiunge l’assessora. Il confine tra una nuova vita e la ricaduta nell’errore è sottile e si gioca sulle opportunità che le istituzioni sanno offrire. Un tetto, un lavoro, una rete di relazioni: senza queste basi, chiedere a qualcuno di ricominciare è solo un’illusione. La Regione Emilia-Romagna sceglie di esserci, di investire sul reinserimento, di farsi carico di un futuro che non può essere lasciato al caso. 
Perché la vera giustizia non si misura nel tempo scontato, ma nella capacità di restituire alla società persone nuove, capaci di stare al mondo con dignità”.

Il progetto

Due le azioni previste dal progetto Una giustizia più inclusiva, e per entrambe la Regione Emilia-Romagna è capofila: una che assegna 2.278.750 euro del Fondo sociale europeo Plus per l’inclusione attiva dei detenuti con il supporto e il potenziamento delle attività nei singoli istituti, formazione, studi di mercato; l’altra che destina 2.290.018 di risorse Fse+ e Fesr – Fondo europeo di sviluppo regionale per le persone in uscita e in esecuzione penale esterna, per accompagnamento alla ricerca di un alloggio, sensibilizzazione della cittadinanza attraverso la promozione di attività di giustizia di comunità.

La prima azione intende rafforzare lo sviluppo delle competenze e favorire l’avvio al lavoro dei detenuti, con l’obiettivo di promuoverne l’integrazione e il reinserimento sociale, ma anche di ridurre il fenomeno della recidiva. Ulteriore finalità, quella di implementare e definire nuove strategie di partenariato con le imprese per facilitare e potenziare attività produttive interne agli istituti. In Emilia-Romagna esistono 10 istituti penitenziari per adulti, alcuni dei quali già vantano una presenza pluriennale di laboratori produttivi in collegamento con aziende del territorio. 3.803 i potenziali destinatari del progetto, ovvero i detenuti presenti al 28 febbraio 2025.

La seconda azione è rivolta agli adulti in uscita dai luoghi di detenzione, in esecuzione penale esterna o sottoposti a sanzioni di comunità, in carico agli Uffici di Esecuzione penale esterna. In Emilia-Romagna, al 15 febbraio 2025, sono complessivamente 6.224 le persone seguite e, dunque, potenziali destinatarie del progetto.

L’obiettivo è sviluppare un modello integrato di intervento sul territorio grazie al quale i destinatari stessi vengano orientati e accompagnati in un percorso (ri)educativo, fornendo loro opportunità lavorative, formative e abitative e sostenendoli nella fase di reinserimento, accesso ai servizi di assistenza e orientamento.

Regione Emilia-Romagna capofila

La Regione fungerà da partner capofila di una rete di partenariato composta da una pluralità di soggetti pubblici e privati che dovrà collaborare nella progettazione e nella realizzazione delle attività. La partnership potrà prevedere l’adesione di Art-ER, società consortile della Regione, quale ente preposto principalmente all'assistenza tecnico-gestionale; Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna e Istituti penitenziari; partner privati che abbiano maturato comprovata esperienza nel settore e in possesso delle caratteristiche indicate dall’Avviso ministeriale.

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ultima modifica 24 marzo 2025 15:32
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