Forlì: conclusa la Conferenza regionale per l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità

Bianchi: "Anche nella crisi garantire l'accesso al lavoro, per una piena partecipazione dei cittadini alla vita attiva".

L’occupazione delle persone con disabilità, le nuove norme del tirocinio per la socializzazione con il lavoro e l’inclusione, la responsabilità sociale delle imprese e del territorio: se ne è parlato nel corso della 2° Conferenza regionale per l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e che si è conclusa oggi a Forlì, presso il Palazzo congressi della Fiera.

Compito della Conferenza, prevista dall’articolo 18 della legge regionale n. 17/2005, è svolgere l'esame periodico dell’attuazione regionale degli interventi di integrazione lavorativa delle persone con disabilità fondato sul confronto e la partecipazione, acquisire pareri, condividere strategie e formulare proposte per il futuro. 
All’incontro, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, si è giunti attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto nel corso di quindici incontri oltre un centinaio di persone, con il contributo di tutti gli assessorati regionali con competenze in materia di disabilità, delle amministrazioni provinciali a cui è delegata la funzione del collocamento mirato, delle associazioni che rappresentano le persone con disabilità, della Consulta regionale delle persone con disabilità, delle parti sociali e del Forum regionale del terzo settore.

“E’ necessario un impegno condiviso tra tutti i soggetti, istituzionali e non, per proseguire negli impegni di attuazione della  legge 68 del ’99 e garantire l’accesso delle persone con disabilità al mercato del lavoro – ha detto l’assessore regionale al Lavoro e Formazione Patrizio Bianchi - Il primo degli effetti della prolungarsi della crisi è quello di rimanere soli, ma noi dobbiamo riportare al centro il progetto di vita delle persone. Un’economia di mercato non può coincidere con una società di mercato. Per una piena partecipazione di tutti i cittadini alla vita attiva e, dunque, alla vita democratica, occorre un’economia plurale che nella complementarietà degli interessi, assuma l’inclusione, l’uguaglianza nella diversità e la coesione come fattori strategici il benessere collettivo”.

“La nostra azione deve essere orientata a creare nuovo lavoro e nuove imprese – ha aggiunto l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – Dobbiamo premiare le aziende che si mettono in gioco scegliendo la responsabilità sociale: stiamo lavorando per costruire modalità incentivanti che la sostengano, e non arretrare sulla coesione sociale”.
“Dobbiamo avere la forza di valutare le azioni messe in campo fino ad oggi, e decidere con quali strumenti andare avanti per il futuro, per fare dei progetti condivisi che valorizzino il partenariato, che nella nostra regione esiste – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi - Un buon welfare è una risorsa strategica per lo sviluppo di tutti e non solo per le persone vulnerabili e maggiormente in difficoltà”.

In Emilia-Romagna sono 93.301 le persone con disabilità in età lavorativa (15 - 64), il 3,3% rispetto al totale della popolazione. Sono 13.254 gli studenti con disabilità certificata che frequentano tutti gli ordini di scuola, il 2,3% sull'intera popolazione scolastica, mentre sono 6.181 gli insegnanti di sostegno.
Il rapporto di monitoraggio sull'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, presentato nel corso della conferenza, ha evidenziato che a fronte di circa 40 mila persone iscritte al collocamento mirato nel 2012, circa 13 mila hanno usufruito di prestazioni in base ai bisogni espressi e ai progetti di inserimento professionale condivisi. Sono 3.300 gli avviamenti al lavoro all’anno, non sufficienti a dare risposta a tutti i soggetti che in questi anni si sono rivolti ai servizi, e gli avviamenti sono caratterizzati prevalentemente da contratti a termine. Il servizio di collocamento mirato dedicato alle persone con disabilità ha comunque saputo affrontare questi anni di grave crisi economica ed occupazionale, soprattutto per i giovani tra i 25 e i 34 anni: in quella fascia d’età il 29,2% dei ragazzi con disabilità ha un contratto a tempo indeterminato.
Uno degli strumenti principali individuati per affrontare la transizione dal percorso educativo e formativo al lavoro anche per le persone disabili è il tirocinio, e l’Emilia-Romagna con una recente legge regionale, la n. 7 del luglio 2013, ha previsto una tipologia di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento proprio in favore di persone con disabilità.

La nuova normativa ha previsto per la prima volta in Italia che alla persona in tirocinio sia riconosciuta un’indennità, che in Emilia-Romagna è di almeno 450 euro mensili, e in regione sono stati istituiti nove organismi tecnici composti da esperti nei temi del lavoro, del sociale, del socio-sanitario, che hanno il compito di gestire uniformemente l’applicazione delle deroghe per le persone con disabilità.
In regione sono oltre 13 mila le imprese che hanno l’obbligo di assumere una quota di lavoratori con disabilità, per un totale di 38.941 posti di lavoro disponibili in regione. Alla fine del 2012, i posti in obbligo non coperti sono pari a 5.523, il 14% del totale, nel 2008 erano invece il 33%.

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ultima modifica 2018-09-07T13:03:05+01:00
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