Emilia-Romagna hub dei Big data, entro il 2020 operativo a Bologna il supercomputer del Centro meteo europeo
L’Europa sceglie l’Emilia-Romagna, piattaforma continentale dei Big data e del supercalcolo, portando a Bologna, grazie a un progetto della Regione sostenuto dal Governo in sede continentale, il nuovo Data centre del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF). Il Centro contribuirà a spingere oltre i limiti attuali le previsioni del tempo, per riuscire a prevedere ancora prima eventi ad alto impatto ambientale come tempeste di vento, inondazioni e ondate di calore, e consentire così ai servizi meteorologici e di emergenza nazionali di proteggere meglio vite umane e proprietà in un contesto climatico che cambia sempre di più. Attualmente ha sede a Reading, nel Regno Unito, e ha deciso di trasferire la sua struttura di supercalcolo nel capoluogo regionale, dove sarà operativa entro la fine del 2020.
All’evento ufficiale di presentazione - all’interno del futuro Tecnopolo di Bologna, ex Manifattura Tabacchi - hanno preso parte il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, gli assessori regionali al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi, e alle Attività produttive, Palma Costi, il presidente del Consiglio di ECMWF, Jorge Miguel Alberto de Miranda, il direttore generale di ECMWF, Florence Rabier, e la vicesindaco del Comune di Bologna, Marilena Pillati. Erano presenti, inoltre, i rappresentanti degli Stati membri e degli Stati cooperanti del ECMWF e in video conferenza, da Roma, è intervenuto il Sottosegretario al ministero degli Affari esteri, Manlio di Stefano.
“Essere qui, oggi è per l’Emilia-Romagna e per Bologna un grande risultato, che premia l’importantissimo lavoro di squadra fatto fra istituzioni, Governo, Regione, Città Metropolitana di Bologna, ha detto Bonaccini. Lavoro che è stato portato avanti con la collaborazione e il sostegno di tutti i soggetti coinvolti a livello regionale e nazionale. I forti investimenti che la Regione ha messo in campo in questi anni in ricerca e trasferimento tecnologico nei settori più innovativi, compresi Big data e supercalcolo, hanno reso l’Emilia-Romagna ancor più competitiva con le aree più avanzate a livello europeo e internazionale. Nella capacità di calcolo Stati Uniti e Cina sono oggi ai primi posti, l’Europa c’è ma dobbiamo impegnarci a fare ancora di più. E l’Emilia-Romagna ha davvero posto le basi per diventare la piattaforma europea dell’innovazione e della ricerca. Senza dimenticare - ha sottolineato - che le capacità tecnologiche, scientifiche e professionali che si attiveranno col Centro meteo europeo serviranno anche in un campo fondamentale come il contrasto ai cambiamenti climatici e alla tutela ambientale, che ha visto poche settimane in California fa la nostra Regione entrare nel direttivo di vertice di Under2Mou, l’alleanza internazionale di Stati e Governi regionali che si batte per il taglio delle emissioni climalteranti in atmosfera”.
“L’Emilia-Romagna è pronta a competere e a collegarsi con le grandi sfide europee, come quella della European High Performance Computing, per collocare l’Europa nell’agone internazionale delle nuove macchine disponibili da qui ai prossimi anni, ha sottolineato Patrizio Bianchi. Un impegno sulle infrastrutture e sulle competenze che chiama in causa il ruolo fondamentale del nostro importante sistema universitario, con i suoi 130mila studenti, i diversi master e dottorati sostenuti con forza da Regione Emilia-Romagna e da altri importanti soggetti”.
“Il Tecnopolo di Bologna si pone come hub della Rete dei tecnopoli, una realtà concreta per la ricerca e innovazione produttiva distribuito su tutta la regione: 81 laboratori della rete alta tecnologia, 14 centri di ricerca accreditati, 10 tecnopoli in 14 sedi fisiche, aree di coworking, incubatori a laboratori per la produzione digitale della Regione Emilia-Romagna, ha spiegato l’assessore Costi. Gli investimenti sulla ricerca applicata e l’innovazione hanno sempre caratterizzato la nostra Regione, fin dal 2002 quando, per prima in Italia, fu approvata la legge regionale per la ricerca e l’innovazione. Molte le azioni previste, ma con un’unica direzione di intervento: la creazione di un sistema per la ricerca applicata e l’innovazione, in grado di valorizzare le molte vocazioni regionali e di integrare in modo virtuoso ricerca, innovazione, imprese, istituzioni”.