Alta formazione, la Regione Emilia-Romagna finanzia una borsa di dottorato intitolata alla memoria di Marco Biagi
Indagare il lavoro nell’Italia di oggi, dal punto di vista giuridico, sociale ed economico, alla luce dei processi di cambiamento in atto e delle nuove dinamiche di sviluppo. Nasce con questi obiettivi la borsa di dottorato di ricerca intitolata alla memoria del professor Marco Biagi, finanziata dalla Regione Emilia-Romagna per mantenere viva l’attenzione sulla figura e sulla attività di studio del giuslavorista, barbaramente ucciso nel 2002 dalle Brigate Rosse.
Attribuita attraverso la Fondazione che porta il nome di Marco Biagi, la borsa per il dottorato - che si svolgerà all’Università di Modena e Reggio Emilia - quest’anno è dedicata alla ricerca su Capitale umano: differenziali di genere e implicazioni sul mercato del lavoro, ed è volta ad analizzare i fattori che determinano le diseguaglianze nell’occupazione delle donne e degli uomini.
“Uno degli obiettivi principali della Fondazione, afferma Marina Biagi, è dare opportunità di studio e ricerca a giovani meritevoli e grazie a questa borsa di studio potremo garantire l’accesso al corso di dottorato in Lavoro, Sviluppo e Innovazione di Unimore ad aspiranti dottorande e dottorandi”.
“Il Dipartimento di Economia ‘Marco Biagi’- spiega il direttore, professor Tommaso Fabbri - insieme alla Fondazione Marco Biagi, è stato tra i primi a livello nazionale a intraprendere la strada dei dottorati di ricerca cosiddetti innovativi, caratterizzati in particolare dall’apertura alle imprese e alle istituzioni del territorio. Oggi, questo riconoscimento da parte dell’autorità regionale è per noi di grande importanza, perché conferma l’opportunità delle scelte fatte, ci gratifica e ci motiva per il futuro”.
La professoressa Tindara Addabbo, coordinatrice del dottorato, sottolinea l'importanza di questa borsa di dottorato in un campo in cui anche i risultati 2018 dell’indagine Pisa (Program for international student assessment) dell’Ocse sulle aspettative e le competenze di ragazze e ragazzi di 15 anni confermano la presenza di persistenti divari di genere e giustificano ulteriormente l’importanza di indagare le determinanti di questi divari, che poi si riflettono in diseguaglianze nell’accesso e nella posizione nel mercato del lavoro.