Università, 2 milioni dalla Regione per 15 ricercatori a supporto dei corsi di laurea professionalizzanti

Salomoni: “Nell’anno europeo delle competenze vogliamo aumentare i laureati e favorire una migliore connessione tra università e imprese”

Nell’anno europeo delle competenze la Regione Emilia-Romagna punta a potenziare una formazione universitaria che sia caratterizzata da una forte impronta tecnico-specialistica. Sia per aumentare il numero di laureati sia per rispondere alla domanda delle imprese, in forte crescita, di nuove figure professionali di alta competenza.

Lo fa mettendo a disposizione oltre 2 milioni di euro del Fondo sociale europeo Plus per finanziare il reclutamento da parte degli atenei regionali di 15 ricercatori, che saranno coinvolti per rafforzare e qualificare l’offerta dei 12 corsi di laurea triennale a orientamento professionale dell’anno accademico 2023-2024, di cui 3 di nuova attivazione.

L’investimento, voluto dalla Giunta regionale, rappresenta una delle prime iniziative di questo tipo a livello nazionale. Con un duplice obiettivo: aumentare il numero dei giovani laureati in Emilia-Romagna e soprattutto favorire la connessione tra formazione universitaria e mondo delle imprese.

Contenuti e obiettivi del provvedimento sono stati illustrati in conferenza stampa dall’assessora regionale alla Scuola, università e agenda digitale, Paola Salomoni.

“Con questo investimento vogliamo sostenere la qualificazione e il rafforzamento dell’offerta di formazione terziaria universitaria a orientamento professionale che trova primo riferimento nel Patto per il Lavoro e per il Clima, commenta l’assessora Paola Salomoni. Nell’anno europeo delle competenze sosteniamo le lauree professionalizzanti delle nostre università per aumentare il numero dei nostri laureati e per promuovere maggiore connessione tra formazione accademica e sistema delle imprese, incentivando un maggiore dialogo tra i fabbisogni di conoscenze e competenze e i fabbisogni formativi e professionali espressi dalle imprese”.

L’Emilia-Romagna, come attestano gli ultimi dati Istat riferiti al 2022, è sul gradino più alto del podio a livello nazionale per quanto riguarda la percentuale di popolazione giovanile tra i 30-34 anni con un titolo di studio di livello universitario, con un tasso del 33,2% rispetto al 26,8% nazionale. Un primato merito soprattutto della componente femminile, che arriva a toccare il 42,4%, contro il 24,2% di quella maschile.

I ricercatori arruolati grazie al sostegno della Regione

I 15 ricercatori che grazie al sostegno della Regione saranno arruolati dai quattro atenei dell’Emilia-Romagna, oltre al tutoraggio degli studenti e alla didattica frontale, dovranno affiancare i coordinatori dei corsi di laurea nei rapporti con le imprese partner e nella gestione e programmazione dei tirocini e contribuire alla realizzazione dei progetti di ricerca industriale.

Le università potranno presentare candidature costituite da progetti, ciascuno dei quali con riferimento a un singolo corso di laurea a orientamento professionale, con la relativa sede di realizzazione. Tra gli obiettivi generali a cui devono guardare i progetti, la Strategia regionale Sviluppo sostenibile Agenda 2030, la Strategia di Specializzazione intelligente 2021-2027 e il Programma regionale Fse+ con cui è finanziata l’iniziativa.

Entro il 30 novembre 2023 le Università dovranno avviare le procedure per l’assunzione, con costo a carico della Regione, stipendio, oneri previdenziali e rimborso spese per trasferte compresi, mentre i contratti dei singoli ricercatori dovranno essere sottoscritti entro il 31 marzo 2024.

I corsi di laurea a orientamento professionale

I corsi di laurea triennale a orientamento professionale, o professionalizzanti, sono una novità introdotta recentemente nel panorama nazionale della formazione universitaria e sono finalizzati a formare tecnici ad elevata specializzazione nei settori economici dove è più avvertita la mancanza di personale specializzato con adeguata professionalità.

L’altro tratto distintivo è la stretta connessione con il mondo delle imprese, che partecipano direttamente, in veste di aziende partner, alla progettazione e messa a punto del percorso di studi: alle lezioni teoriche si affiancano infatti la formazione in laboratorio e un’attività finale di tirocinio in azienda, una formula che consente agli studenti di acquisire e sperimentare direttamente sul campo le conoscenze apprese in aula. In questo modo, alla fine del triennio di formazione, i neolaureati hanno già acquisito le competenze necessarie per inserirsi subito al lavoro.

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